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POLIZIA ALBANESE (ASP) visita la DIA

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POLIZIA ALBANESE. Visita studio in Italia per Procuratori e alti Ufficiali della Polizia albanese: focus sulle investigazioni finanziarie

Dal 4 al 7 novembre, alcuni Procuratori della Procura Speciale contro la corruzione e il Crimine Organizzato (SPAK) e alti Ufficiali della Polizia albanese (ASP) hanno partecipato a una visita studio in Italia. L’iniziativa si è concentrata sugli aspetti operativi delle investigazioni finanziarie, ed è stata organizzata dalla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) con il supporto dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) in Albania.

Organizzazione e partecipazione

L’attività è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra vari enti. Oltre alla DIA, hanno contribuito l’Esperto per la Sicurezza e l’Esperto della Guardia di Finanza presso l’Ambasciata d’Italia a Tirana, e il Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia. Anche l’Ufficio del Coordinatore per le Attività Economiche ed Ambientali e il Dipartimento per le Minacce Transnazionali del Segretariato OSCE hanno giocato un ruolo fondamentale nell’organizzazione della visita.

Obiettivi del training

Il principale obiettivo del training era supportare l’Autorità Giudiziaria e la Polizia albanese nel contrasto al riciclaggio di capitali illecitamente acquisiti. L’attenzione si è concentrata sulle misure di prevenzione patrimoniali, con l’intento di potenziare e rafforzare la lotta contro il crimine organizzato transnazionale. La formazione mirava a migliorare le competenze delle autorità albanesi nella gestione delle indagini finanziarie, cruciali per combattere efficacemente la criminalità organizzata.

Incontro con il Direttore della DIA

La delegazione albanese è stata ricevuta dal Direttore della DIA, Gen C.A. GdF. Michele Carbone. Durante il suo intervento, Carbone ha sottolineato l’importanza di queste attività formative. Ha evidenziato come tali iniziative favoriscano la conoscenza interpersonale e il rafforzamento della fiducia reciproca, elementi essenziali per valorizzare la cooperazione internazionale in un settore delicato come quello del contrasto al crimine organizzato e all’individuazione dei patrimoni illecitamente accumulati.

Cooperazione tra Italia e Albania

Nel corso delle attività, è stata riaffermata l’efficacia dell’azione di contrasto alla criminalità organizzata grazie alla cooperazione tra Italia e Albania, entrambi membri dell’OSCE. Questa sinergia è fondamentale per affrontare le sfide poste dai crimini finanziari, che spesso hanno una dimensione transnazionale. La collaborazione tra le autorità dei due Paesi permette di condividere esperienze e metodologie investigative, aumentando così l’efficacia delle operazioni di contrasto.

Ruolo dell’OSCE

La visita rientra nelle attività svolte dall’OSCE in Albania, nell’ambito del programma di supporto al sistema di law enforcement albanese. L’OSCE ha anche un progetto regionale volto a rafforzare le capacità di contrasto ai crimini finanziari. Questo progetto mira a migliorare le competenze delle forze dell’ordine nei Paesi membri, facilitando lo scambio di informazioni e best practices tra le diverse nazioni.

Impatto delle attività formative

Le attività formative come quella svolta in Italia sono cruciali per il miglioramento delle capacità investigative delle autorità albanesi. Questi training permettono di acquisire conoscenze avanzate sulle tecniche di indagine finanziaria, fondamentali per identificare e sequestrare i proventi illeciti. Inoltre, contribuiscono a creare reti di cooperazione internazionale, indispensabili per combattere efficacemente il crimine organizzato su scala globale.

Conclusioni

La visita studio in Italia ha rappresentato un’importante opportunità per i Procuratori della SPAK e gli alti Ufficiali della Polizia albanese di approfondire le loro conoscenze sulle investigazioni finanziarie. Grazie alla collaborazione tra la DIA, l’OSCE e altre istituzioni, è stato possibile offrire un programma formativo di alto livello, mirato a rafforzare le capacità delle autorità albanesi nella lotta contro il crimine organizzato.

Prospettive future

Guardando al futuro, è evidente che la cooperazione internazionale sarà sempre più centrale nel contrasto alla criminalità organizzata e ai crimini finanziari. Le iniziative come quelle svolte in Italia non solo migliorano le competenze delle autorità coinvolte, ma creano anche un ambiente di fiducia e collaborazione tra i vari Paesi. Questo approccio integrato è essenziale per affrontare le sfide poste da un crimine sempre più globalizzato.

Importanza della formazione continua

La formazione continua è fondamentale per mantenere elevate le capacità investigative delle forze dell’ordine. Programmi di training regolari e aggiornamenti sulle nuove tecniche di indagine sono essenziali per affrontare le evoluzioni del crimine organizzato. La DIA e l’OSCE continueranno a supportare queste iniziative, promuovendo la cooperazione e lo scambio di conoscenze tra le varie autorità nazionali e internazionali.

Il ruolo della Guardia di Finanza

La Guardia di Finanza italiana ha un ruolo chiave nella lotta contro i crimini finanziari. La sua esperienza e competenza sono un valore aggiunto nelle attività formative per le autorità straniere. Il supporto della Guardia di Finanza nella visita studio per i Procuratori e gli Ufficiali albanesi ha contribuito significativamente al successo dell’iniziativa, fornendo un modello di best practices da seguire.

 

Conclusione

La visita studio in Italia ha rappresentato un passo importante nel rafforzamento delle capacità investigative delle autorità albanesi. Grazie alla collaborazione tra la DIA, l’OSCE e la Guardia di Finanza, è stato possibile offrire un programma formativo di alta qualità. Questa iniziativa è un esempio di come la cooperazione internazionale possa contribuire a combattere efficacemente il crimine organizzato e i crimini finanziari, promuovendo un ambiente di fiducia e collaborazione tra le nazioni.

Tirana, arrestato Illir Meta

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Arresto di Ilir Meta a Tirana, sconosciuti i motivi.

 

L’ex presidente della Repubblica albanese, Ilir Meta, è stato arrestato a Tirana.

L’arresto è stato ordinato dalla procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata.

Al momento, non sono stati resi noti i capi di accusa.

 

Carriera di Ilir Meta

 

Meta ha ricoperto il ruolo di capo dello Stato dal 2017 al 2022. La sua carriera politica è iniziata agli inizi degli anni ’90. Ha ricoperto diverse cariche importanti. È stato premier, presidente del parlamento e ministro degli Esteri. Attualmente, Meta guida il Partito della Libertà, all’opposizione.

 

Reazioni all’arresto

 

La notizia dell’arresto di Meta ha suscitato reazioni diverse. I suoi sostenitori parlano di persecuzione politica. Gli avversari, invece, sottolineano l’importanza della lotta contro la corruzione.

 

Indagini in corso

 

Le indagini della procura speciale sono ancora in corso. Non si conoscono i dettagli dei capi di accusa. Tuttavia, l’arresto di un ex presidente rappresenta un evento significativo. La procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata sta lavorando per fare chiarezza.

 

 

 

 

Albania-Italia accordo extracomunitari a rischio

Albania. La Sentenza della Corte UE sui Paesi Sicuri

 

La Corte UE ha stabilito che un Paese può essere considerato sicuro per tutti o per nessuno, accordo Italia-Albania a rischio?

 

Albania, cosa avverrà? Questa decisione chiarisce l’interpretazione dell’articolo 37 della direttiva europea 2013/32, che regola la materia dell’asilo.

 

Paesi Sicuri e Aree Escluse

 

Il governo italiano, come altri Stati UE, considera alcuni Paesi sicuri escludendo però determinate aree o categorie di persone. Questa prassi è stata censurata dalla Corte UE. Secondo la direttiva europea, un Paese è sicuro se non ci sono persecuzioni, torture o pericoli a causa di violenza indiscriminata.

 

Centri in Albania

 

L’apertura dei centri in Albania è stata ritardata. Il governo ha assicurato che l’inaugurazione avverrà entro ottobre. Il centro di Gjader, che potrà ospitare circa 800 persone, sarà dedicato alla procedura accelerata per l’esame delle domande d’asilo.

 

Procedure Accelerate e Garanzie Ridotte

 

Le procedure accelerate prevedono tempi ridotti e minori garanzie per il richiedente. Solo uomini adulti dai Paesi sicuri potranno accedere a queste procedure. Tra i Paesi considerati sicuri dal governo italiano ci sono Albania, Algeria, Bosnia-Erzegovina, Capo Verde, Costa d’Avorio, Gambia, Georgia, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Marocco, Montenegro, Nigeria, Senegal, Serbia, Tunisia, Bangladesh, Sri Lanka, Camerun, Egitto, Colombia e Perù.

 

Esclusioni per Categorie di Persone

 

Alcuni Paesi designati come sicuri dal governo italiano escludono specifiche categorie di persone. Per esempio, in Tunisia, le comunità LGBTQI+ non sono considerate sicure a causa dell’art. 230 del Codice penale che sanziona i rapporti omosessuali con tre anni di reclusione.

 

Altri Paesi con Esclusioni

 

In Egitto, il Paese non è sicuro per oppositori politici, dissidenti, attivisti e difensori dei diritti umani. In Bangladesh, le esclusioni riguardano le comunità LGBTQI+, vittime di violenza di genere, minoranze etniche e religiose, e persone accusate di crimini politici.

 

Prassi Superata

 

La prassi di escludere aree o categorie era contemplata dalla direttiva europea 85 del 2005, poi abrogata dalla direttiva 2013/32. La Corte UE ha chiarito che un Paese è sicuro per tutti o per nessuno, mettendo fine alla possibilità di escludere specifiche aree o categorie.

 

Conclusioni

 

La sentenza della Corte UE ha importanti implicazioni per la politica dell’asilo in Italia e negli altri Stati membri. Le esclusioni per aree o categorie di persone non sono più consentite. Un Paese è considerato sicuro solo se lo è per tutti i suoi cittadini, senza eccezioni. Questa decisione mira a garantire una maggiore protezione per i richiedenti asilo, rispettando i diritti umani e la dignità di ogni individuo.

Immigrazione, illegittimo accordo Italia-Albania

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articoli da Varese Press

Bologna, albanese rapina sordomuto

Aggressione e Rapina a Bologna

 

Un grave episodio di violenza ha scosso Bologna.

Un giovane sordomuto è stato brutalmente aggredito e rapinato.

L’episodio ha suscitato indignazione e preoccupazione tra i cittadini.

 

L’aggressore

 

L’aggressore è stato identificato come un cittadino albanese. Le forze dell’ordine lo hanno arrestato poco dopo l’incidente. L’uomo è ora in custodia e dovrà rispondere delle sue azioni.

 

La Vittima

 

La vittima, un giovane sordomuto, è stata colpita ripetutamente. L’aggressione è avvenuta in una zona centrale di Bologna. Il giovane è stato subito soccorso e trasportato in ospedale.

 

Le Condizioni del Giovane

 

Il giovane aggredito ha riportato diverse ferite. Fortunatamente, non è in pericolo di vita. È stato ricoverato per accertamenti e cure mediche. La comunità si è stretta intorno a lui, offrendo sostegno e solidarietà.

 

La Dinamica dell’Incidente

 

Secondo le prime ricostruzioni, l’aggressore ha avvicinato la vittima con l’intento di rapinarlo. Dopo averlo minacciato, ha iniziato a colpirlo violentemente. L’aggressore ha poi sottratto il portafoglio e altri effetti personali al giovane.

 

L’Arresto

 

Le forze dell’ordine sono intervenute rapidamente. Grazie alle testimonianze dei presenti e alle immagini delle telecamere di sorveglianza, l’aggressore è stato identificato e arrestato. Ora si trova in custodia cautelare in attesa di giudizio.

 

La Reazione della Comunità

 

La comunità di Bologna è rimasta scioccata dall’accaduto. Numerose persone hanno espresso solidarietà alla vittima e condanna per l’aggressore. Sono state organizzate manifestazioni e raduni per sensibilizzare sull’importanza della sicurezza.

 

Le Indagini

 

Le indagini continuano per chiarire tutti i dettagli dell’incidente. Gli investigatori stanno cercando di capire se l’aggressore avesse complici e se abbia commesso altri reati simili. Ogni dettaglio è fondamentale per assicurare che giustizia sia fatta.

 

Misure di Sicurezza

 

A seguito dell’incidente, le autorità locali stanno valutando l’introduzione di misure di sicurezza aggiuntive. L’obiettivo è prevenire futuri episodi di violenza e garantire la sicurezza dei cittadini, specialmente delle persone più vulnerabili.

 

Conclusioni

 

L’aggressione di Bologna rappresenta un grave atto di violenza che non può essere tollerato. La risposta delle autorità è stata rapida ed efficace, ma è essenziale continuare a lavorare per una città più sicura. La solidarietà della comunità è fondamentale per sostenere la vittima e promuovere un ambiente di rispetto e sicurezza per tutti.

 

Crispiano

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“Tè albanese” o “tè greco” o “shepherd’s

“Tè albanese“, conosciuta in Grecia come in Sicilia. L’erba Stregònia Siciliana: una pianta antica dalle molteplici proprietà

L’erba Stregònia Siciliana, conosciuta anche come “tè albanese” o “tè greco”, è una pianta che fa parte della tradizione erboristica di alcune zone dell’Italia meridionale, della Grecia e dell’Albania. È una pianta perenne, spesso associata ai paesaggi montani e rurali, coltivata e apprezzata per le sue proprietà benefiche e per il suo utilizzo come infuso.

La specie è nativa dei paesi del mediterraneo orientale: AlbaniaSiriaTurchiaGrecia (compresa Creta). In Italia è diffusa in UmbriaMarcheLazioAbruzzoMoliseCampaniaPugliaBasilicataCalabria e Sicilia (sulle Madonie).

Cresce tra i 1500m e i 1900m, in ambienti di gariga o di prateria mediterranea.

Origini e tradizione

Le origini dell’erba Stregònia sono profondamente radicate nella cultura e nelle tradizioni popolari. In Sicilia, questa pianta è conosciuta e utilizzata da secoli. Il nome “Stregònia” richiama alla mente immagini di antichi rimedi e cure tradizionali, ma non c’è nulla di oscuro o misterioso in questa pianta. Al contrario, le sue proprietà benefiche sono state confermate dalla scienza moderna, rendendola una preziosa alleata per la salute.

In Grecia e Albania, questa pianta è altrettanto venerata. Qui, viene chiamata “shepherd’s tea”, o “tè dei pastori”, un nome che sottolinea il suo stretto legame con le tradizioni rurali e la vita semplice di chi lavora la terra.

Caratteristiche botaniche

La Stregònia Siciliana appartiene alla famiglia delle Lamiaceae, la stessa della menta e del basilico. È una pianta perenne, che cresce spontaneamente nelle aree collinari e montuose del Mediterraneo. Le sue foglie sono piccole, di colore verde-grigiastro, con una superficie leggermente pelosa. I fiori, di colore lilla o bianco, sbocciano in estate e sono particolarmente apprezzati dalle api.

La pianta può raggiungere un’altezza di 30-60 cm, e si adatta facilmente a diversi tipi di terreno, purché ben drenati. Resiste bene al freddo e alla siccità, rendendola una coltura ideale per le zone aride del Mediterraneo.

Proprietà e benefici

L’erba Stregònia Siciliana è famosa per le sue molteplici proprietà terapeutiche. È conosciuta principalmente per il suo effetto calmante e rilassante. L’infuso di Stregònia è spesso utilizzato come rimedio naturale per ansia, stress e insonnia. Le sue proprietà sedative sono dovute alla presenza di composti volatili, come l’acetato di linalile, che agiscono sul sistema nervoso centrale.

Oltre alle sue proprietà calmanti, l’erba Stregònia è anche un efficace antinfiammatorio e antisettico. Tradizionalmente, viene utilizzata per alleviare i sintomi del raffreddore, della tosse e delle affezioni delle vie respiratorie. Gli antichi pastori la usavano come rimedio per le ferite e le irritazioni della pelle, grazie alle sue proprietà cicatrizzanti.

Altri benefici dell’erba Stregònia includono la sua azione digestiva e depurativa. L’infuso può aiutare a migliorare la digestione e a ridurre i sintomi di gonfiore e indigestione. Inoltre, grazie alle sue proprietà diuretiche, è utile per favorire l’eliminazione delle tossine attraverso l’urina.

Utilizzi tradizionali e moderni

Nelle regioni in cui è diffusa, l’erba Stregònia è stata utilizzata in molti modi diversi. In Sicilia, ad esempio, è tradizione preparare un infuso di Stregònia per favorire il sonno e rilassarsi dopo una lunga giornata di lavoro. In Albania e Grecia, viene spesso bevuta come un tè pomeridiano, apprezzata per il suo gusto delicato e il suo effetto rinfrescante.

Oggi, l’erba Stregònia è sempre più apprezzata anche al di fuori dei suoi luoghi d’origine. Molti erboristi e naturopati la raccomandano come rimedio naturale per migliorare il benessere generale. È possibile trovarla in diverse forme, tra cui infusi, tisane, estratti e oli essenziali.

Come preparare l’infuso di Stregònia Siciliana

Preparare un infuso di Stregònia è semplice e veloce. Basta seguire pochi passaggi:

1. Porta ad ebollizione una tazza d’acqua.
2. Aggiungi un cucchiaio di foglie essiccate di Stregònia.
3. Copri e lascia in infusione per 10-15 minuti.
4. Filtra l’infuso e gustalo caldo, eventualmente dolcificato con miele.

Questo infuso è ideale per rilassarsi la sera, ma può essere consumato anche durante la giornata per godere delle sue proprietà calmanti e digestive.

Conclusione

L’erba Stregònia Siciliana è una pianta preziosa, radicata nella tradizione ma con benefici che vanno oltre il semplice rimedio popolare. Grazie alle sue molteplici proprietà, è un ottimo alleato per il benessere quotidiano. Se non l’hai ancora provata, potrebbe essere l’occasione giusta per scoprire i segreti di questa pianta antica, che ha attraversato secoli di storia per arrivare fino a noi.

Fermo (Marche) 4 albanesi arrestati

Fermo. i Carabinieri del Comando Provinciale di Fermo, con il supporto dei reparti territoriali, del Nucleo Cinofili di Pesaro Urbino e del Nucleo Elicotteri di Pescara, hanno dato esecuzione a un’importante operazione antidroga denominata “Take Away”.

Fermo, operazione antidroga, fonte Il Quotidiano d’Italia.

L’operazione ha portato all’arresto di 10 persone di nazionalità albanese, marocchina e algerina, ritenute responsabili di traffico e spaccio di stupefacenti, in particolare cocaina.

L’indagine, avviata dall’inverno del 2022 dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Fermo, sotto la direzione della Procura di Fermo, ha permesso di individuare e smantellare un sodalizio criminale attivo nel traffico di ingenti quantità di cocaina. Il gruppo, composto da almeno 18 persone, operava stabilmente nella provincia di Fermo, rifornendo numerosi acquirenti della zona.

La Struttura del Gruppo Criminale

Il gruppo era composto da cittadini albanesi, marocchini e algerini. Gli albanesi erano i capi dell’organizzazione, responsabili della pianificazione e gestione del traffico di droga. Essi si avvalevano della collaborazione di intermediari, principalmente di origine nord-africana, che si occupavano dello spaccio al dettaglio. Questi ultimi si avvalevano, a loro volta, dell’aiuto di italiani, incaricati di compiti di manovalanza, come il trasporto e la ricerca di clienti.

Il traffico di droga era organizzato in maniera sofisticata, con modalità che miravano a eludere i controlli delle forze dell’ordine. Gli spacciatori vendevano la droga principalmente su ordinazione e, in alcuni casi, offrivano un vero e proprio “servizio a domicilio”. Questo modus operandi è stato affinato nel tempo, rendendo l’organizzazione difficile da individuare e colpire.

Le Zone Coinvolte e le Modalità di Spaccio

L’indagine ha rivelato che la droga, in particolare la cocaina, veniva distribuita su vasta scala, coinvolgendo sia la fascia costiera che l’entroterra della provincia di Fermo. Tra i comuni maggiormente coinvolti spiccano Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Monte Urano, Montegranaro, Torre San Patrizio, Monte San Pietrangeli, Civitanova Marche e Fermo.

Il gruppo criminale riforniva il mercato locale con cocaina e, in misura minore, hashish. La cocaina veniva venduta in discrete quantità attraverso una rete di spacciatori al dettaglio, prevalentemente albanesi e italiani, che operavano su tutto il territorio.

Polizia Penitenziaria (SAPPE) non delegittimare la missione in Albania

Albania. Polizia Penitenziaria e Vademecum per l’Albania: Tentativo di Delegittimazione o Semplice Informazione?

Recentemente, un articolo di un quotidiano nazionale ha sollevato polemiche riguardo a un vademecum consegnato ai poliziotti penitenziari italiani in partenza per una missione in Albania.

La notizia ha suscitato una ferma presa di posizione da parte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (SAPPE).

Ma qual è la vera questione dietro questa controversia? Si tratta di uno scoop giornalistico o di un tentativo di delegittimare un corpo di polizia dello Stato per screditare il governo? In questo articolo, esploreremo il contesto e le implicazioni di questa vicenda.

La Reazione del SAPPE sul caso Albania.

Una Tradizione di Vademecum

Secondo Donato Capece, segretario generale del SAPPE, il vademecum oggetto di critiche non è una novità.

“Si tratta di un manualetto di comportamento che viene consegnato ad ogni corsista militare o di polizia dall’alba dei tempi,” spiega Capece.

Analoghi vademecum sono stati distribuiti a tutte le forze dell’ordine impegnate in missioni all’estero, nel caso si tratta dell’Albania. Questo tipo di documento è pensato per fornire linee guida su come comportarsi in contesti culturali diversi e mantenere standard professionali elevati.

L’Ironia del Quotidiano Nazionale

Il SAPPE critica aspramente l’articolo del quotidiano, accusandolo di mettere in ridicolo un corpo di polizia dello Stato senza una ragione logica, se non quella di fare propaganda politica.

“Il problema non è il contenuto del vademecum, ma l’uso di una comunicazione interna per denigrare un corpo di polizia,” afferma Capece.

“La faziosità dell’articolo è evidente, soprattutto quando si minimizzano i successi delle operazioni in Albania, come la riduzione del 64% dei flussi migratori.”

Il Contesto Politico

La Critica alle Politiche Governative

L’articolo critico nei confronti del vademecum si inserisce in un contesto più ampio di attacchi alle politiche migratorie del governo. Secondo Capece, l’ironia sull’operazione Albania è solo un pretesto per screditare le misure adottate dal governo per controllare i flussi migratori. “Invece di riconoscere i risultati positivi, si cerca di dipingere ogni iniziativa governativa come inefficace o inutile,” osserva Capece.

La Propaganda Politica utilizzando l’Albania.

Capece accusa alcuni giornalisti e sindacalisti di strumentalizzare la sofferenza dei colleghi per fini propagandistici. “Non si strumentalizza la sofferenza dei colleghi per apparire in un video, in un TG o nel virgolettato di un giornale,” dichiara. “Vorremmo che anche i sindacalisti, senza trucco e senza inganno, tornassero a fare il proprio lavoro mettendosi una mano sulla coscienza.”

L’Importanza dei Vademecum

Linee Guida Comportamentali

I vademecum, come quello criticato nell’articolo, sono strumenti essenziali per garantire che i poliziotti penitenziari possano operare efficacemente in contesti internazionali. Questi manuali forniscono linee guida su come comportarsi rispettando le leggi e le tradizioni locali, garantendo al contempo la sicurezza e la professionalità del personale in missione.

Un Supporto per i Poliziotti

Lungi dall’essere ridicoli, i vademecum rappresentano un supporto prezioso per i poliziotti penitenziari, aiutandoli ad affrontare situazioni complesse in ambienti sconosciuti. “Ogni poliziotto penitenziario che parte per una missione all’estero riceve un vademecum per essere preparato ad affrontare le sfide culturali e professionali che incontrerà,” spiega Capece.

La Necessità di Una Comunicazione Corretta

Il Ruolo dei Media

I media svolgono un ruolo cruciale nel diffondere informazioni e nel formare l’opinione pubblica. Tuttavia, è essenziale che le notizie siano presentate in modo accurato e imparziale. “I giornalisti devono fare il loro lavoro con integrità, evitando di utilizzare comunicazioni interne per fare propaganda politica,” sottolinea Capece.

Il Limite Etico dei Sindacalisti

Capece mette in guardia contro i sindacalisti che utilizzano la loro posizione per fini personali o politici. “Esiste un limite deontologico, etico, morale ed umano oltre il quale non si deve andare,” afferma. “I sindacalisti devono ricordare che il loro ruolo è quello di rappresentare e difendere gli interessi dei colleghi, non di cercare visibilità mediatica a ogni costo.”

Conclusione

Un Appello alla Professionalità

La vicenda del vademecum per la missione in Albania mette in luce la necessità di un approccio professionale e rispettoso da parte di tutti gli attori coinvolti, dai media ai sindacalisti. “Non possiamo permettere che la strumentalizzazione politica comprometta la reputazione e la dignità dei poliziotti penitenziari,” conclude Capece. “È tempo che tutti tornino a fare il proprio lavoro con onestà e dedizione.”

La Difesa della Polizia Penitenziaria

Il SAPPE rimane fermo nella difesa della Polizia Penitenziaria e delle sue operazioni internazionali. I vademecum, lungi dall’essere motivo di derisione, sono strumenti fondamentali per garantire che i poliziotti possano svolgere il loro lavoro al meglio delle loro capacità, rispettando le leggi e le tradizioni dei paesi ospitanti. “La nostra missione è proteggere e servire, e continueremo a farlo con professionalità e dedizione, nonostante le critiche ingiuste,” afferma Capece.

Un Futuro di Collaborazione

Per il futuro, è essenziale che ci sia una maggiore collaborazione tra media, sindacati e corpi di polizia per garantire che le informazioni siano diffuse in modo accurato e rispettoso. Solo attraverso un dialogo costruttivo e un impegno condiviso possiamo superare le divisioni e lavorare insieme per il bene comune.

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L’Italia invia 2 Canadair, incendi in Albania

Incendi Boschivi in Albania: Italia Invia Due Canadair per il Supporto

Negli ultimi giorni, l’Albania ha dovuto affrontare incendi boschivi devastanti che hanno messo a dura prova il Paese

. Le autorità albanesi, preoccupate per l’evoluzione della situazione, hanno richiesto assistenza internazionale per contenere le fiamme.

In risposta, il Governo italiano ha deciso di inviare due Canadair CL415 dei Vigili del Fuoco per supportare le operazioni di spegnimento.

**Richiesta di Supporto e Intervento Italiano**

Il supporto è stato richiesto attraverso l’Emergency Response Coordination Centre di Bruxelles. Questo centro coordina le risposte alle emergenze a livello europeo, facilitando la cooperazione tra i vari Paesi membri. Dopo aver ricevuto la richiesta, il Dipartimento della Protezione Civile italiano ha preso in carico la situazione e ha organizzato l’invio dei Canadair.

I due aerei antincendio sono decollati dall’aeroporto di Ciampino, a Roma, e si sono diretti verso l’Albania. Questi Canadair sono parte delle risorse rescEU-IT, un sistema di protezione civile europeo che prevede l’impiego di risorse disponibili per rispondere a emergenze anche al di fuori dei confini nazionali.

**Meccanismo rescEU e il Ruolo dell’Italia**

Il meccanismo rescEU, attivato in questo caso, consente agli Stati membri dell’Unione Europea di richiedere supporto da altre nazioni per gestire emergenze gravi, come i grandi incendi boschivi. Due dei Canadair, normalmente dislocati in Italia, sono stati messi a disposizione per questa missione internazionale. Questo approccio dimostra la solidarietà tra i Paesi europei e l’efficacia del sistema di protezione civile continentale.

**Le Operazioni in Albania**

Gli aerei antincendio italiani sono stati inviati a nord dell’Albania, precisamente nel comune di Shengjin. Questa area è stata particolarmente colpita dagli incendi, e le autorità locali hanno fatto affidamento sull’intervento dei Canadair per contenere e spegnere le fiamme. Le operazioni sono coordinate dalle autorità albanesi con il supporto degli equipaggi italiani.

I Canadair CL415 sono velivoli specializzati nel combattimento degli incendi.

Dotati di serbatoi per l’acqua e sistemi di rilascio rapido, sono in grado di effettuare atterraggi e decolli in acqua, caricando grandi quantità di liquido da scaricare direttamente sulle fiamme.

Questa capacità li rende particolarmente efficaci in situazioni di emergenza come quella attuale.

**Impatto e Rientro delle Forze Italiane**

Le operazioni di spegnimento condotte dai Canadair hanno avuto un impatto significativo, contribuendo a rallentare la propagazione degli incendi e a salvaguardare le aree più vulnerabili. L’intervento italiano ha permesso alle autorità albanesi di concentrare le risorse disponibili in altre zone critiche e di coordinare meglio gli sforzi complessivi di risposta all’emergenza.

Dopo aver completato le operazioni, gli equipaggi italiani rientreranno in Italia nella serata odierna. Il rientro avverrà una volta che le attività di contrasto alle fiamme saranno state portate a termine e le condizioni sul campo saranno state valutate come sotto controllo. Questo segna la conclusione di una missione di successo e dimostra l’importanza della cooperazione internazionale in situazioni di crisi.

**Conclusione**

L’invio dei Canadair in Albania rappresenta un esempio concreto di come i Paesi europei possano lavorare insieme per affrontare emergenze complesse e salvaguardare ambienti e comunità vulnerabili. Grazie alla pronta risposta dell’Italia e all’efficace utilizzo delle risorse rescEU, è stato possibile dare un sostegno cruciale nelle operazioni di spegnimento degli incendi boschivi in Albania.

Questo intervento non solo sottolinea la capacità di risposta rapida in situazioni di emergenza, ma evidenzia anche l’importanza di un sistema di protezione civile europeo ben coordinato.

In futuro, tali collaborazioni saranno fondamentali per affrontare le sfide ambientali e le crisi globali, assicurando una risposta unitaria e tempestiva a favore delle popolazioni colpite.

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Isabella Rauti a Durazzo

Isabella Rauti a Durazzo per la 6a Tappa del Marina Militare Nastro Rosa Tour

Introduzione

Il Marina Militare Nastro Rosa Tour è un evento di vela di grande prestigio che attrae appassionati da tutto il mondo. Quest’anno, Isabella Rauti ha partecipato alla sesta tappa del tour, che si è svolta a Durazzo, in Albania. Questo articolo racconta l’esperienza di Isabella Rauti a Durazzo, la storia e l’importanza del Nastro Rosa Tour, e l’impatto dell’evento sulla comunità locale.

La Storia del Marina Militare Nastro Rosa Tour

Isabella Rauti a Durazzo
Isabella Rauti a Durazzo

Un Evento di Prestigio Internazionale

Il Marina Militare Nastro Rosa Tour è un evento annuale che celebra la vela e la marineria. Organizzato dalla Marina Militare Italiana, il tour copre diverse tappe lungo le coste del Mediterraneo, offrendo ai partecipanti l’opportunità di navigare in alcuni dei mari più belli del mondo. L’evento non è solo una competizione sportiva, ma anche un’occasione per promuovere la cultura nautica e rafforzare i legami tra le comunità costiere.

L’Edizione 2024

L’edizione 2024 del Nastro Rosa Tour ha visto una partecipazione eccezionale, con equipaggi provenienti da numerosi paesi. Ogni tappa ha offerto sfide uniche, dalle condizioni meteorologiche variabili alle complesse rotte di navigazione. Durazzo, con il suo porto storico e le acque cristalline, ha rappresentato una delle tappe più attese e spettacolari del tour.

Isabella Rauti e il Suo Impegno

Una Protagonista Appassionata

Isabella Rauti è conosciuta non solo per il suo impegno nel mondo della vela, ma anche per le sue attività nel sociale e nella politica. La sua partecipazione al Nastro Rosa Tour è stata accolta con grande entusiasmo, e la sua presenza a Durazzo ha attirato l’attenzione di molti media e appassionati di vela.

L’Esperienza a Durazzo

Durante la tappa a Durazzo, Isabella Rauti ha avuto l’opportunità di confrontarsi con altri velisti di alto livello, condividendo esperienze e strategie. La sua dedizione e il suo spirito competitivo hanno contribuito a rendere questa tappa particolarmente emozionante.

Durazzo: Una Città di Mare

La Storia e la Cultura di Durazzo

Durazzo è una delle città più antiche e affascinanti dell’Albania. Con una storia che risale a più di 2.600 anni, la città ha sempre avuto un ruolo cruciale nel Mediterraneo. Il suo porto, uno dei più importanti della regione, è stato un crocevia di culture, commercio e influenze nel corso dei secoli.

L’Accoglienza della Comunità Locale

La tappa del Nastro Rosa Tour ha rappresentato un’opportunità unica per la comunità di Durazzo di mostrare la propria ospitalità e il proprio amore per il mare. Gli abitanti hanno accolto con calore i partecipanti e i visitatori, organizzando eventi e manifestazioni parallele che hanno arricchito ulteriormente l’esperienza del tour.

La Competizione

Le Sfide della 6a Tappa

La tappa di Durazzo ha presentato numerose sfide per i velisti. Le condizioni del vento e del mare hanno richiesto abilità e strategia, e ogni equipaggio ha dovuto adattarsi rapidamente per rimanere competitivo. Isabella Rauti e il suo team hanno dimostrato grande competenza, navigando con destrezza e determinazione.

I Risultati

I risultati della tappa di Durazzo hanno riflettuto l’alto livello di competizione del Nastro Rosa Tour. Ogni squadra ha dato il massimo, e le classifiche finali hanno mostrato quanto sia stata combattuta questa tappa. Isabella Rauti ha ottenuto un ottimo piazzamento, confermando il suo talento e la sua passione per la vela.

Impatto e Benefici dell’Evento

Promozione della Vela e della Cultura Nautica

Il Marina Militare Nastro Rosa Tour non è solo una competizione sportiva, ma anche un’importante iniziativa per promuovere la cultura nautica e la passione per la vela. L’evento incoraggia la partecipazione di giovani velisti e appassionati, contribuendo alla crescita e allo sviluppo di nuove generazioni di marinai.

Benefici per la Comunità di Durazzo

L’arrivo del Nastro Rosa Tour a Durazzo ha portato numerosi benefici alla comunità locale. Oltre all’aumento del turismo e dell’attenzione mediatica, l’evento ha stimolato l’economia locale e ha offerto opportunità di scambio culturale. Gli abitanti di Durazzo hanno potuto assistere a uno spettacolo unico e partecipare attivamente alle celebrazioni organizzate in concomitanza con la tappa del tour.

Testimonianze e Racconti

Le Voci dei Partecipanti

Molti partecipanti al Nastro Rosa Tour hanno condiviso le loro esperienze e le loro emozioni legate alla tappa di Durazzo. Le testimonianze dei velisti evidenziano l’importanza di eventi come questo per il loro sviluppo professionale e personale.

L’Impatto di Isabella Rauti

Isabella Rauti ha lasciato un’impressione duratura su tutti coloro che hanno avuto il piacere di incontrarla durante la tappa di Durazzo. La sua passione per la vela, unita al suo impegno sociale, ha ispirato molti giovani velisti e appassionati di mare. Le sue parole e il suo esempio hanno dimostrato quanto sia importante perseguire i propri sogni con dedizione e determinazione.

Futuri Sviluppi

Prossime Tappe del Nastro Rosa Tour

Il Marina Militare Nastro Rosa Tour continuerà con altre tappe emozionanti lungo le coste del Mediterraneo. Ogni tappa rappresenta una nuova sfida e un’opportunità per i velisti di dimostrare le proprie abilità. Isabella Rauti e gli altri partecipanti sono pronti ad affrontare queste sfide con lo stesso entusiasmo e la stessa determinazione dimostrati a Durazzo.

Il Futuro della Vela in Albania

L’evento ha avuto un impatto significativo anche sul futuro della vela in Albania. L’attenzione mediatica e l’interesse suscitato dalla tappa di Durazzo potrebbero stimolare ulteriori iniziative e investimenti nel settore nautico del paese, offrendo nuove opportunità per i giovani velisti albanesi.

Conclusioni

Un Evento di Successo

La sesta tappa del Marina Militare Nastro Rosa Tour a Durazzo è stata un successo sotto ogni punto di vista. La partecipazione di Isabella Rauti ha aggiunto valore e interesse all’evento, e la comunità locale ha risposto con entusiasmo e calore.

Un Invito alla Scoperta

Per tutti gli appassionati di vela e di mare, il Marina Militare Nastro Rosa Tour rappresenta un’occasione unica per vivere esperienze indimenticabili e scoprire luoghi affascinanti come Durazzo. La storia, la cultura e la bellezza del Mediterraneo si intrecciano in questo evento, creando un’avventura che vale la pena di essere vissuta.

Albania, centri accoglienza in fase di sviluppo

Albania. Progetti di Accoglienza e Trattenimento in Albania: Il Sottosegretario Mantovano Visita i Siti di Shengjin e Gjader

Visita Ufficiale del Sottosegretario Mantovano in Albania

Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha recentemente concluso una visita ufficiale ai siti albanesi di Shengjin e Gjader. Questi siti sono attualmente in fase avanzata di sviluppo per diventare centri di prima accoglienza e trattenimento destinati ai migranti illegali, come parte di un memorandum d’intesa siglato tra Italia e Albania il 6 novembre 2023.

Accompagnamento Diplomatico

Durante la visita, Mantovano è stato accompagnato dall’ambasciatore italiano a Tirana, Fabrizio Bucci. La loro presenza congiunta ha sottolineato l’importanza della cooperazione italo-albanese in materia di gestione dell’immigrazione e ha confermato il forte impegno dei due paesi nell’affrontare le sfide legate ai flussi migratori.

Avanzamento dei Lavori

La visita ha permesso di verificare lo stato di avanzamento dei lavori nei due siti. Entrambi i centri sono stati confermati in linea con le tempistiche previste, come annunciato durante la precedente missione albanese del 5 giugno 2024 dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. I lavori procedono secondo i piani, garantendo che i centri saranno operativi entro il primo agosto prossimo.

Obiettivi dei Centri di Accoglienza e Trattenimento

Primo Obiettivo: Accoglienza Umana e Dignitosa

Uno degli obiettivi primari dei nuovi centri è fornire una sistemazione temporanea umana e dignitosa ai migranti illegali che arrivano in Albania con l’intenzione di proseguire verso altri paesi europei. Questi centri saranno dotati delle necessarie strutture per garantire assistenza sanitaria, supporto psicologico e condizioni di vita adeguate durante il periodo di permanenza.

Secondo Obiettivo: Gestione delle Espulsioni

Oltre all’accoglienza, i centri avranno anche il compito di gestire il trattenimento dei migranti in attesa di espulsione. Questo processo sarà condotto nel rispetto delle leggi internazionali e dei diritti umani, garantendo che ogni individuo riceva un trattamento giusto e conforme alle normative vigenti.

La Cooperazione Italo-Albanese

La cooperazione tra Italia e Albania nel campo della gestione dei flussi migratori rappresenta un modello di partnership internazionale basata sulla condivisione delle responsabilità e sul mutuo supporto. Il memorandum d’intesa siglato nel novembre 2023 è il frutto di un lungo processo di negoziazioni e dialogo tra i due paesi, mirato a trovare soluzioni efficaci e sostenibili per una problematica che coinvolge tutta l’Europa.

Le Dichiarazioni Ufficiali

Durante la visita, il Sottosegretario Mantovano ha rilasciato dichiarazioni significative sull’importanza dei centri di Shengjin e Gjader. Ha sottolineato come questi centri rappresentino un passo fondamentale nella gestione ordinata e umana dei flussi migratori, contribuendo a ridurre la pressione sui confini italiani e a garantire un’accoglienza più sicura e regolamentata.

L’ambasciatore Bucci ha aggiunto che la collaborazione con le autorità albanesi è stata eccellente, evidenziando il loro impegno nel rispettare i tempi e le modalità concordate. Ha inoltre espresso fiducia che questi centri diventeranno un esempio positivo di gestione condivisa dei flussi migratori.

Prossimi Passi

Preparazione Logistica e Operativa

Con l’avvicinarsi della data di operatività del primo agosto, i preparativi logistici e operativi stanno entrando nella fase finale. Le autorità italiane e albanesi stanno lavorando congiuntamente per assicurare che tutte le infrastrutture siano pronte e che il personale sia adeguatamente formato per gestire le operazioni nei centri.

Coinvolgimento delle Organizzazioni Internazionali

Inoltre, sono stati avviati contatti con varie organizzazioni internazionali e ONG che operano nel settore dei diritti umani e dell’immigrazione. Queste organizzazioni saranno coinvolte nel monitoraggio delle attività nei centri e nel fornire supporto aggiuntivo per garantire che le condizioni di vita dei migranti rispettino gli standard internazionali.

Campagne di Informazione

Un altro aspetto cruciale è la conduzione di campagne di informazione rivolte sia ai migranti che alle comunità locali. Queste campagne mirano a fornire informazioni accurate sui diritti e i doveri dei migranti, sulle procedure di asilo e sulle possibilità di ritorno assistito nei paesi di origine.

Conclusioni

La visita del Sottosegretario Mantovano ai siti di Shengjin e Gjader ha confermato il progresso significativo dei lavori per la realizzazione dei centri di accoglienza e trattenimento dei migranti illegali. Questi centri, frutto della collaborazione italo-albanese, rappresentano un importante passo avanti nella gestione umana e ordinata dei flussi migratori, garantendo il rispetto dei diritti umani e delle normative internazionali.

L’operatività dei centri a partire dal primo agosto sarà un test fondamentale per questa nuova strategia di gestione migratoria. Il successo di questa iniziativa potrebbe diventare un modello replicabile in altre regioni del mondo, dimostrando come la cooperazione internazionale possa portare a soluzioni efficaci e sostenibili per le sfide globali.