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Albania, 111 anni di indipendenza

Albania, 111 anni di indipendenza. 28 novembre 1912 – 28 novembre 2023

Oggi, 28 novembre 2023, l’Albania celebra il 111° anniversario della sua indipendenza.

Il 28 novembre 1912, infatti, a Valona, Ismail Qemal Bej Vlora proclamò l’indipendenza dell’Albania dall’Impero ottomano.

L’indipendenza albanese fu il risultato di un lungo processo di lotte e aspirazioni nazionali.

La nascita del nuovo Stato fu accolta con gioia da tutti gli albanesi, che finalmente potevano godere di una propria patria libera e indipendente.

Nel corso dei primi anni di indipendenza, l’Albania dovette affrontare molte difficoltà. Il Paese era povero e arretrato, e la sua popolazione era divisa da divisioni etniche e religiose.

Nonostante le difficoltà, l’Albania è riuscita a costruire una propria identità nazionale
E a  consolidarsi come Stato sovrano.

Oggi, l’Albania è una democrazia parlamentare con una popolazione di circa 3 milioni di persone.

Il Paese è membro della NATO e candidato all’ingresso nella Unione Europea, e sta lavorando per rafforzare la sua economia e la sua società.

Il 111° anniversario dell’indipendenza è un’occasione per celebrare la storia e la cultura albanese, e per guardare al futuro con fiducia.

Immigrazione, illegittimo accordo Italia-Albania

Immigrazione.Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) chiede che il Protocollo Italia-Albania venga revocato e presenterà, insieme ad altre reti e organizzazioni, nella conferenza stampa convocata per domani, un documento di analisi critica nel quale si spiegano i diversi profili di illegittimità.

L’accordo firmato con il governo albanese, violando gli obblighi costituzionali e internazionali del nostro Paese, si pone, come quello con la Tunisia, l’obiettivo di esternalizzare le frontiere e il diritto d’asilo.

Mentre il sistema italiano è nel caos, con continue violazioni di legge sul diritto all’accoglienza e sul diritto d’asilo, determinate da scelte che continuano a negare la realtà, il governo si impegna a mettere in campo interventi che nei fatti producono emergenze e disagio.

L’accordo Italia-Albania, così come delineato, comporta il rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Le persone soccorse dalle nostre autorità sono sotto la giurisdizione italiana già quando salgono sulle navi italiane e non possono essere trasferite in un altro stato prima che la loro richiesta d’asilo e le situazioni individuali siano esaminate.

L’accordo getta le basi per la violazione del principio di non respingimento e per l’attuazione di pratiche di detenzione illegittima. Per questo ne chiediamo l’immediata revoca sollecitando il governo italiano a rispettare i propri obblighi di diritto internazionale in materia di non respingimento e di garanzia del diritto d’asilo.
Nella conferenza stampa convocata per domani, martedì 21 novembre, alle 14.30 presso l’Hotel delle Nazioni, Via Poli 6, Roma, il TAI replicherà alle comunicazioni alla Camera sul Protocollo Italia-Albania, in programma domani mattina, da parte del ministro degli Esteri Tajani (comunicazioni che non possono sostituire la ratifica da parte del Parlamento).

Per il Tavolo Asilo e Immigrazione:
A Buon Diritto, ACAT, ACLI, ActionAid, Amnesty International Italia, ARCI, ASGI, Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli, CGIL, CIES, CNCA, Commissione Migranti e GPIC Missionari Comboniani Italia, DRC Italia, Emergency, Europasilo, Fondazione Migrantes, Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, International Rescue Committee Italia, Intersos, Medici del Mondo, Medici per i Diritti Umani, Medici Senza Frontiere, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Oxfam Italia, Refugees Welcome Italia, Save the Children Italia, Senza Confine, Società Italiana Medicina delle Migrazioni, UIL, UNIRE.
Aderiscono inoltre:
AOI, Mediterranea, Open Arms e Sea Watch,

Il Giudice Gratteri, pericolo mafia albanese

Il Giudice Gratteri: Analisi sulla Presenza della mafia albanese

Il giudice antimafia Nicola Gratteri ha recentemente fornito importanti osservazioni sulla presenza della mafia albanese, evidenziando la crescente preoccupazione riguardo a questo fenomeno.

In una recente intervista, Gratteri ha sottolineato diversi aspetti legati all’influenza e alle attività della mafia albanese in Italia.

Crescente Infiltrazione sul Territorio

Gratteri ha evidenziato la crescente infiltrazione della mafia albanese nel tessuto sociale italiano.

Ha dichiarato che questa organizzazione criminale sta guadagnando terreno, sottolineando la necessità di affrontare con determinazione questa minaccia emergente.

Versatilità e Adattabilità

Il giudice Gratteri ha sottolineato la versatilità della mafia albanese, notando la sua capacità di adattarsi a diverse realtà locali.

Questa flessibilità le permette di espandersi in molteplici settori criminali, dalla tratta di droga al riciclaggio di denaro.

Collaborazione Internazionale Cruciale

Gratteri ha evidenziato l’importanza della collaborazione internazionale nella lotta contro la mafia albanese.

Date le sue radici transnazionali, è cruciale un coordinamento efficace tra le forze dell’ordine di diversi paesi per contrastare con successo le attività illecite di questa organizzazione.

Risposta Istituzionale e Sociale

Il giudice Gratteri ha sottolineato la necessità di una risposta forte da parte delle istituzioni e della società civile.

Ha enfatizzato l’importanza di intensificare gli sforzi nella prevenzione, nell’indagine e nella punizione per contrastare la mafia albanese.

Conclusioni e Sfide Future

In conclusione, il giudice Gratteri ha sottolineato che la lotta contro la mafia albanese è una sfida in costante evoluzione.

È necessario un impegno continuo per mantenere un passo avanti rispetto a questa organizzazione criminale e proteggere la sicurezza della società.

In un contesto di crescente preoccupazione per la presenza della mafia albanese in Italia, le parole del giudice Gratteri richiamano l’attenzione sull’importanza di un approccio unitario e globale per contrastare questa minaccia alla legalità e alla sicurezza pubblica.

“Kompania Bello”. Catturato a Istanbul il Boss del Narcotraffico Albanese

“Kompania Bello”. Catturato a Istanbul. Nella cornice di un’operazione internazionale senza precedenti, Dritan Rexhepi, 43 anni:

capo del famigerato cartello albanese “Kompania Bello,” è stato arrestato ad Istanbul.

L’operazione è stata frutto della collaborazione tra il Servizio per la Cooperazione Internazionale:

il Segretariato Generale di Interpol Lione, il Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e la Sisco di Firenze, guidata dal vicequestore Maria Ghizzoni.

Fuga e Rifugio in Turchia

Dopo una fuga dall’Ecuador, Rexhepi si era rifugiato in Turchia, pensando di sfuggire alla giustizia.

Tuttavia, la cooperazione internazionale ha dimostrato che la legge non conosce confini quando si tratta di criminali di tale calibro.

Criminale Multifunzionale

Dritan Rexhepi è noto in tutto il mondo per la sua vasta gamma di attività criminali.

Dai traffici internazionali di stupefacenti alle rapine spettacolari, il suo nome è diventato sinonimo di criminalità organizzata.

Fuga e Recidiva: Una Storia Criminale Unica

Il suo curriculum criminale include una fuga dal carcere di Voghera nel 2011, seguita da un nuovo arresto in Belgio per rapine multiple.

Tuttavia, la sua abilità nell’eludere la giustizia è emersa nuovamente quando è riuscito a fuggire anche dal carcere belga.

Condanne Internazionali

Rexhepi è stato condannato in Ecuador nel 2014 a 13 anni di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, ma nel 2021 si è reso nuovamente irreperibile.

In Italia, il Tribunale di Firenze lo aveva già condannato a 16 anni di reclusione.

E successivamente elevati a 20 anni in primo grado per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti.

La Giustizia Internazionale Prevale

L’arresto di Rexhepi a Istanbul dimostra il successo della cooperazione internazionale nel contrastare la criminalità organizzata su scala globale.

La sua cattura sottolinea l’importanza di un impegno congiunto delle forze dell’ordine oltre i confini nazionali.

Conclusioni

Il caso di Dritan Rexhepi rappresenta un capitolo significativo nella lotta contro il crimine organizzato.

La sua storia criminale complessa, caratterizzata da fughe spettacolari e condanne internazionali, è ora giunta a una svolta con il suo arresto ad Istanbul.

La giustizia internazionale ha dimostrato di essere implacabile, anche di fronte a criminali di altissimo profilo come Rexhepi.

Il Pd solleva questioni politiche su Edi Rama nel Pse

Pd Solleva Questioni Politiche su Edi Rama nel Pse, Ma nessuna richiesta formale di espulsione.

L’accordo tra la Meloni e Edi Rama non è stato digerito dal Pd

Il Partito Democratico italiano (Pd) non ha formalmente richiesto l’espulsione di Edi Rama dal Partito Socialista Europeo (Pse).

Rama vs Pd. “Si è sparsa sui giornali la notizia che gli amici del Pd italiano volevano espellermi dal Pse

e poi, con un certo ritardo, loro stessi hanno smentito

ma sottolineando che l’accordo che l’Albania ha fatto con il governo italiano è gravemente sbagliato su tutti i punti di vista”

 Ha  sollevato un “tema politico” riguardante la compatibilità tra i principi del Pse e l’accordo migratorio dell’Albania con Giorgia Meloni.

Peppe Provenzano, responsabile Esteri della segreteria Schlein, ha chiarito che la questione non è l’espulsione di Rama, ma la coerenza con i principi del Pse.

Il Pd sostiene che l’accordo tra l’Albania e Meloni violi i principi del Pse

E così facendo genera una discussione sulla sua compatibilità con l’appartenenza di Rama al partito europeo.

Nonostante il titolo provocatorio “Il Pd vuole Rama fuori dal Pse,” dal Nazareno non è arrivata alcuna reazione formale.

Provenzano ha precisato che si tratta di un “tema politico,” non di un’applicazione immediata dell’espulsione.

Dal governo albanese, la reazione è stata una smentita dell’interpretazione dei media.

Il consigliere di Rama, Endri Fuga, ha dichiarato che

sembra una “interpretazione errata” dei media e che sono aperti al dialogo con chiunque abbia una visione diversa.

Edi Rama stesso ha commentato la situazione sui social media.

E criticando il Pd per affermare che l’accordo con l’Italia sui migranti è sbagliato da ogni punto di vista

e ironizzando sulla concezione del Pd che “aiutare l’Italia sui migranti non è di sinistra.”

In sintesi, la situazione sembra ruotare attorno alla valutazione del Pd sulla coerenza dell’accordo migratorio dell’Albania con i principi del Pse.

Anche se al momento non c’è stata una richiesta ufficiale di espulsione di Rama.

Il pasticcio che porta soldi a Edi Rama, coi CPR, la popolazione che dice?

Il pasticcio che porta soldi a Edi Rama, che conseguenze avrà nel territorio?

Edi Rama punta  a incrementare le entrate verso l’Albania, costi quello che costi.

E l’accordo con la Premier Meloni agevola il suo rapporto con l’Italia alle prese con un consenso che non è più quello che aveva dopo le elezioni.

I rapporti con la Lega come con Forza Italia, proseguono se ogni parte avrà il suo tornaconto, tanto per essere chiari.

Gli sbarchi continuano e questo è un tema importante per la Lega tanto che Salvini si aspetta fermezza e blocchi.

La Meloni deve tenere assieme la coalizione che ha al suo interno interessi di partito che devono essere garantiti, pena la caduta del Governo.

Si può spiegare così la volontà della Meloni di spingere ad allontanare dall’Italia decine di migliaia di “disperati” che vorrebbero entrare in modo illegale.

Immigrati irregolari che “usano” l’Italia per poi andare in Germania oppure Francia.

L’ Europa al di là delle dichiarazioni di facciata non è che aiuta più di tanto l’Italia, alle prese con un fenomeno che crescerà sempre più.

Stare in Africa in povertà e con le temperature che crescono all’infinito in paesi dove spesso ci sono governi instabili, non è bello.

Viaggiare rischiando la pelle però, arricchisce i malavitosi e rischia di appesantire la loro vita, quando riescono ad arrivare.

Servirebbero piani e accordi internazionali per dare risposte corrette e positive per chi soffre.

La politica italiana da sola non ce la può fare e allontanare il problema, non è fattibile più tanto.

E questo al di là degli accordi che difficilmente dal punto di vista giuridico possono procedere.

status giuridico degli immigrati, di difficile gestione, di cosa parliamo?

Lo status giuridico degli immigrati varia notevolmente da un paese all’altro e può dipendere da diversi fattori:

il motivo dell’immigrazione, il tipo di visto ottenuto, lo status di rifugiato, la cittadinanza e la legislazione specifica del paese ospitante.

Ecco alcune delle principali categorie di status giuridico per gli immigrati:

  1. Cittadinanza: Le persone che sono cittadini di un paese hanno lo status giuridico più elevato in quel paese. Hanno diritti e responsabilità completi e generalmente non sono soggetti a restrizioni significative sul loro soggiorno.
  2. Residente Permanente: Alcuni paesi consentono agli immigrati di ottenere uno status di residente permanente, noto anche come “carta verde” o “permesso di soggiorno a tempo indeterminato”. Questo status offre ai beneficiari la possibilità di risiedere e lavorare in modo permanente nel paese, anche se non sono cittadini.
  3. Visti Temporanei: Gli immigrati possono ottenere visti temporanei per scopi come il lavoro, lo studio, il turismo o la riunificazione familiare. Questi visti hanno una durata limitata e possono comportare restrizioni sul lavoro e altre attività.
  4. Richiedenti Asilo o Rifugiati: Le persone che fuggono da persecuzioni, conflitti o violenze nei loro paesi d’origine possono cercare asilo o rifugio in altri paesi. Se riconosciuti come rifugiati, otterranno uno status speciale che li proteggerà dai respingimenti forzati e garantirà loro assistenza e diritti specifici.
  5. Immigrazione Irregolare: Gli immigrati che entrano in un paese senza il permesso adeguato o che violano le leggi sull’immigrazione possono trovarsi in una situazione di “immigrazione irregolare”. Questo status spesso li mette a rischio di detenzione e deportazione.
  6. Immigrati con Status Temporaneo: Alcuni paesi offrono uno status temporaneo a immigrati che hanno bisogno di protezione temporanea a causa di situazioni eccezionali, come catastrofi naturali o crisi umanitarie.
  7. Immigrati Senza Documenti: Gli immigrati che vivono in un paese senza documenti legali o status giuridico sono spesso definiti “senza documenti” o “indocumentati”.
  8. Questa situazione è generalmente precaria e può comportare la paura della detenzione e della deportazione.

È importante notare che le leggi e i regolamenti sull’immigrazione variano ampiamente tra i paesi e possono essere soggetti a modifiche nel tempo.

Gli immigrati spesso cercano di ottenere uno status giuridico adeguato nel paese ospitante per godere di diritti e protezioni legali.

La questione dell’immigrazione è complessa e può essere oggetto di dibattito politico e sociale.

Questioni di difficile soluzioni e complesse ancor di più sotto il profilo sociale e tra due stati diversi: Italia in Europa e Albania, al di fuori (per ora).

I CPR saranno un problema insopportabile per gli albanesi alle prese con lo sviluppo eccessivamente rapido e problemi di difficile soluzione.

Turismo che quest’anno, ripetiamo quest’anno ha avuto un exploit verso l’Albania ma per il prossimo anno e negli anni succesivi?

Del tema ne abbiamo parlato in un precedente articolo con la “grana” che finalmente è venuta alla luce, dei traffici di rifiuti e del loro smaltimenti.

La preoccupazione sanitaria cresce oltre il business per pochi e crescono le firme nelle petizioni di cui abbiamo parlato in precedenza.

Vogliamo che l’Albania si addossi anche il problema dell’immigrazione in cambio di fondi italiani che non si sa bene come, quando  e quanto potrebbe pagare l’Italia?

La vicenda è complessa e sarebbe opportuno fare i passi possibili, le fughe aumentano il rischio di cadute per gli albanesi e business per i governanti.

 

Trasferirsi in Albania: i pro

Trasferirsi in Albania: analisi frutto REFRAMED, Società italiana S.r.l. specializzata nell’assistenza al trasferimento all’estero.

La tassazione vantaggiosa per le pensioni private, il costo della vita basso e gli affitti accessibili:

L’Albania è diventata una destinazione sempre più popolare per pensionati e imprenditori, che sono attratti da una serie di fattori, tra cui:

  • Tassazione vantaggiosa per le pensioni private: le pensioni private non sono tassate in Albania, né per gli stranieri né per i cittadini albanesi.
  • Costo della vita basso: il costo della vita in Albania è molto inferiore a quello di molti altri paesi europei.
  • Affitti accessibili: gli affitti in Albania sono molto più economici che in altri paesi europei.
Tassazione vantaggiosa per le pensioni private

La tassazione delle pensioni private è uno dei principali motivi per cui molti pensionati scelgono di trasferirsi in Albania.

In Albania, le pensioni private non sono tassate, né per gli stranieri né per i cittadini albanesi.

Questo significa che i pensionati possono conservare la loro pensione intera e non devono pagare alcuna imposta sul reddito.

Costo della vita basso

Il costo della vita in Albania è molto inferiore a quello di molti altri paesi europei.

Il cibo, l’alloggio, i servizi e i trasporti sono tutti molto più economici in Albania che in Italia, Francia, Spagna o altri paesi occidentali.

Affitti accessibili

Gli affitti in Albania sono molto più economici che in altri paesi europei. È possibile trovare un appartamento arredato e vicino alla spiaggia per circa 300-400 euro al mese.

Questo è un prezzo molto inferiore a quello che si pagherebbe per un appartamento simile in Italia o in altri paesi europei.

Conclusione

L’Albania offre una serie di vantaggi per pensionati e imprenditori.

La tassazione vantaggiosa per le pensioni private, il costo della vita basso e gli affitti accessibili:

sono tutti fattori che contribuiscono a rendere l’Albania una destinazione attraente per coloro che cercano una nuova vita.

Sul posto ci sono tanti operatori che possono consigliare anche sugli acquisti di immobili e vi giro un paio di link a tal proposito:

E altri che vi possono assistere per programmare gite di piacere in mezzo alla natura e cultura albanese, ad es. Tony Alb

Il riscatto degli albanesi: prima uscita del movimento “Shqipëria Bëhet

Il riscatto degli albanesi, così potremmo interpretare la serata del  movimento “Shqipëria Bëhet tradotto per noi “L’Albania si Farà”.

La grande attenzione degli albanesi in Italia verso i cambiamenti che si stanno verificando in Albania, tema della serata a Milano.

Serata molto partecipata oltretutto tenendo conto che si tratta del primo appuntamento e parlare di politica di questi tempi non è facile.

Non è facile per tanti motivi, pregiudizi conseguenti alle difficoltà quotidiane per sbarcare il lunario e quindi il tempo per la politica è quello che è.

Stupisce, pertanto, la grande partecipazione  ad un evento come quello di ieri sera, circa seicento persone per l’esordio di un movimento politico.

Si tratta di un movimento e non di un partito, ci tengono a specificare gli organizzatori, per entrare lentamente ma anche in maniera decisa nel dibattito.

Il nodo del momento storico, ricavato da una lettera di Aleks Vulaj Legnano (Mi) che ringraziamo per la notizia: la lettera pubblicata su perqasje.com

Dovrebbe cambiare tutta la classe politica che in questi ultimi anni ha governato senza successo purtroppo.

E l’auspicio di Aleks Vulaj che afferma:

“Con la mia amica di Gjader Leta Doda e altri attivisti da sempre seguiamo i dibattiti, incontri e cerchiamo in qualche modo di fare ponte tra i due paesi.

Ci auguriamo che le diverse anime della Diaspora si uniscono finalmente per dare un vero contributo, migliorando le condizioni dell’Albania e di noi che viviamo all’Estero”.

 

 

 

 

Narcotraffico, cinesi e albanesi al centro dell’indagine

Narcotraffico, cinesi e albanesi, come riporta il giornale

 “Il Quotidiano d’Italia”:

Narcotraffico. Operazione volta a contrastare il traffico internazionale di sostanze stupefacenti, il riciclaggio, l’esercizio abusivo del credito e la frode fiscale.

L’operazione coinvolge oltre 400 finanzieri impegnati nell’esecuzione di 46 ordinanze di custodia cautelare, di cui:

33 in carcere e 13 ai domiciliari, emesse dal Gip di Milano su richiesta della D.D.A.:

oltre a 12 fermi per indiziato di delitto emessi dalla Procura della Repubblica. Le azioni si stanno svolgendo in diverse province italiane, tra cui:

Milano, Bergamo, Brescia, Monza, Varese, Mantova, Torino, Alessandria, Asti, Prato, Roma, Teramo, Catania, Salerno, oltre che in Spagna.

si stanno eseguendo 96 perquisizioni in abitazioni ed aziende in Italia, Spagna e Svizzera, tutte risultanti come proprietà o in uso ai soggetti coinvolti nell’indagine:

il supporto del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata di Roma
della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga – Dipartimento di P.S. e del Corpo della Polizia Locale di Milano.

Incendio in Albania: vigili del fuoco spengono le fiamme

Incendio in Albania: vigili del fuoco spengono le fiamme, 500 ettari di pineta bruciati

Incendio in Albania. 30 settembre 2023 – I vigili del fuoco albanesi hanno spento le fiamme di un incendio che si è sviluppato nelle vicinanze della costa del Paese.

Le fiamme hanno devastato circa 500 ettari di pineta.

L’incendio è scoppiato nella tarda serata di ieri, 29 settembre, nella regione di Darëzezë, nel sud-ovest dell’Albania.

Le fiamme si sono propagate rapidamente a causa delle forti raffiche di vento.

I vigili del fuoco hanno lavorato per tutta la notte per domare le fiamme

Intervento difficile dalla scarsa visibilità e dal terreno accidentato.

Meccanismo di Protezione Civile Ue in Albania: aerei francesi in soccorso

Altre fonti, Google

 Il Meccanismo di Protezione Civile Ue è intervenuto in Albania per aiutare a domare un incendio che ha devastato circa 500 ettari di pineta nel sud-ovest del Paese.

Due aerei Canadair CL-415 della Francia sono stati dispiegati in Albania per fornire supporto aereo ai vigili del fuoco locali.

Gli aerei hanno effettuato diversi lanci d’acqua per spegnere le fiamme.

L’intervento del Meccanismo di Protezione Civile Ue è stato possibile grazie alla richiesta di aiuto avanzata dall’Albania

che è membro effettivo del meccanismo dal novembre 2022.

L’incendio è scoppiato nella tarda serata di ieri, 29 settembre, nella regione di Darëzezë. Le fiamme si sono propagate rapidamente a causa delle forti raffiche di vento.

I vigili del fuoco albanesi hanno lavorato per tutta la notte per domare le fiamme.

L’intervento è stato reso difficile dalla scarsa visibilità e dal terreno accidentato.

Nella giornata di oggi, 30 settembre, le fiamme sono state finalmente spente. Non si segnalano feriti o vittime.